5. Scemo di guerra

Deserto libico, 1941. Una di fronte all’altra, una truppa di soldati tedeschi e una di italiani cantano “Mamma son tanto felice”. Hanno appena sepolto il maggiore Oscar Pilli, ucciso da un cecchino mentre decide di affrontare da solo gli inglesi con in mano una bomba. Raccolti attorno alla tomba scavata nella sabbia, in ossequio alle ultime volontà del maggiore, prima di abbandonare in fretta e furia il campo militare sotto lo sguardo degli inglesi, i soldati intonano la famosa canzone di Bixio-Cherubini. La cantano in italiano e in tedesco simultaneamente. Si fondono e si sovrappongono “Mamma son tanto felice perché ritorno da te ” e “Mama, Du sollst doch nicht um deinen Jungen weinen”. È la scena finale di “Scemo di guerra”, film italo-francese del 1985, con la regia di Dino Risi e come interpreti Beppe Grillo e Coluche, ma anche Fabio Testi, Claudio Bisio, Bernard Blier… È stato riproposto recentemente da Rai Storia, ed è disponibile su Raiplay.

È un malinconico anacronismo quello di cantare “Mamma”, italiani e tedeschi insieme, contemporaneamente, ognuno nella propria lingua. Nel 1941 infatti, anno nel quale è ambientato il film, questo unisono non sarebbe stato possibile. In Italia la canzone era appena stata portata al successo da Beniaminio Gigli con il film “Mamma”. Per la versione tedesca si sarebbe dovuto aspettare il 1960 con l’adattamento del paroliere Bruno Balz. In italiano dunque, sì, “Mamma” era una canzone conosciuta nel 1941, ma non in tedesco. Non esisteva ancora, i soldati non la potevano sapere e non avrebbero potuto cantarla.

Piccola curiosità. In tedesco la canzone dice che la vita comincia quando il figlio lascia la mamma, non quando ritorna da lei, come nella versione italiana. Per approfondire leggi l’articolo “E in tedesco?“.